Come Attivare i Tirocini Aziendali

Perché percorsi di stage aziendale sono importanti per le imprese

Nel mercato del lavoro attuale, altamente competitivo e in costante evoluzione, il tirocinio aziendale – detto anche stage – si rivela uno strumento fondamentale sia per chi aspira ad entrare nel mondo professionale che per le aziende che sono alla ricerca di nuovi talenti da inserire nel proprio organico. Quest’esperienza, infatti, favorisce una transizione naturale dal mondo della formazione verso l’ambito professionale: per le imprese, inoltre, i tirocini aziendali rappresentano una via privilegiata per valutare le capacità di potenziali futuri dipendenti in un contesto produttivo reale, beneficiando al contempo di idee ed energie nuove.

Cos’è un tirocinio aziendale

In base alla definizione data dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il tirocinio si configura non come rapporto di lavoro, ma come un periodo di orientamento e di formazione che, svolto in un contesto professionale, ha lo scopo di favorire, attraverso l’incontro tra domanda e offerta, l’inserimento dei giovani nelle aziende. Si tratta di un aspetto importante che determina, come vedremo, sia l’attività dello stagista che gli obblighi dell’impresa ospitante. Il sistema normativo attuale identifica principalmente due tipologie di stage aziendale, ovvero:

  • Tirocinio Curriculare, rivolto ai giovani che frequentano istituti ed enti di formazione o atenei con lo scopo di integrare l’apprendimento attraverso un’esperienza di lavoro. Non prevede un’indennità obbligatoria, ma può includere, se pertinente con il piano di studi, l’acquisizione crediti formativi e certificazioni.
  • Tirocinio extra curriculare, strutturato come un periodo di formazione pratica in azienda che avviene nella fase successiva al completamento degli studi e comunque indipendente da esso. Prevedono il riconoscimento di un’indennità minima obbligatoria.

 

Fanno parte di questa seconda categoria anche i tirocini:

  • formativi e di orientamento, finalizzati ad agevolare le scelte professionali e l’occupabilità dei giovani che hanno conseguito un titolo di studio entro e non oltre 12 mesi;
  • di inserimento/reinserimento al lavoro, rivolti principalmente a disoccupati – anche in mobilità – inoccupati o in cassa integrazione;
  • di orientamento e formazione o di inserimento/reinserimento in favore di disabili nonché richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.

Cosa fare per attivare uno stage aziendale

L’attivazione di un tirocinio aziendale si realizza mediante una convenzione tra un ente promotore, come università e scuole superiori, centri di formazione, agenzie per l’impiego accreditate, e il soggetto ospitante, sia esso un ente pubblico, un’azienda, uno studio professionale o una cooperativa. A entrambe le parti spetterà il compito di nominare un tutor, figure di riferimento che aiuteranno il tirocinante attraverso il monitoraggio dell’andamento dell’esperienza e la misurazione delle competenze iniziali e di quelle acquisite durante lo stage aziendale. Questi passaggi, così riassunti, sono in realtà attentamente disciplinati da un contratto, formulato in base alle normative regionali, che viene sottoscritto da tutte le parti interessate, incluso lo stagista, e attivato dall’azienda tramite comunicazione telematica alla Regione. Esso include aspetti come:

  • Dati legali di ente promotore e soggetto ospitante
  • Normative di riferimento che regolano il contratto
  • Dettagli relativi al percorso formativo e alle attività da svolgere
  • Nominativi dei tutor
  • Durata dello stage
  • Sede, orari e, se previsti, rimborsi e indennizzi

Quanti tirocini si possono attivare in un’azienda

Il numero di stagisti che possono essere ospitati in un’azienda dipende dalle dimensioni della stessa, ovvero dal numero dei suoi dipendenti assunti a tempo indeterminato:

 

  • fino a 5 dipendenti = 1 stagista
  • da 6 a 20 dipendenti = 2 stagisti contemporaneamente
  • 21 o più dipendenti = un numero di stagisti non superiore al dieci per cento della forza lavoro organica all’azienda

Quanto può durare uno stage aziendale

Dal momento dell’attivazione del tirocinio da parte dell’azienda, la durata dello stage può variare da un minimo di 2 a un massimo di 12 mesi. Non tutte le tipologie rispondono alla stessa logica: per i soggetti disabili, ad esempio, la durata massima complessiva – incluse le proroghe – può arrivare a 24 mesi. Sono infine possibili venti come la sospensione, che può essere causata ad esempio a esigenze aziendali o malattia e gravidanza da parte dello stagista, e l’interruzione definitiva dello stage: questo caso si verifica qualora una delle tre parti giustifichi con oggettive e importanti motivazioni l’impedimento alla prosecuzione del progetto.

 

Attivare un percorso di tirocini aziendali è una risorsa preziosa per PMI e le start-up in crescita e che mirano ad ampliare il proprio organico. Per fare ciò è però necessario affidarsi alla guida attenta di professionisti del settore, player capaci di identificare i bisogni dell’impresa e le offerte dei soggetti promotori presenti nel territorio, in modo da ottimizzare le risorse e creare sinergie ed esperienze proficue per ognuna delle parti interessate. I consulenti di F2D sono al fianco delle imprese che desiderano accedere a programmi di formazione, reclutamento e stage curriculari ed extracurricolari e ti seguono, passo dopo passo, in tutta la time line del progetto per assicurare a tutte le parti coinvolte esperienze di alto livello.

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